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Chi è il Creative Strategist e quali sono le sue competenze nel mondo digitale

Ci chiamano “ibridi”, razza strana, nel senso buono della parola, e forse lo siamo: è questo il nostro punto di forza.

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Il Creative Strategist è una razza strana, in Italia, rispetto all’estero, questo ruolo è poco riconosciuto o spesso scambiato con altri.

Ho sperimentato sulla mia pelle che in Italia ci sia poca cultura sull’argomento, quindi provo a scriverci un pezzo per capire insieme perché il Creative Strategist all’estero è una figura chiave molto ambita, e in Italia lo diventerà.

Questa figura professionale è un pensatore di idee basate su ricerche e numeri, con una grande dedizione all’aggiornamento costante, al crocevia tra un Planner e un Creative Director.

Del Planner ha la competenza strategica basata sui numeri, sulla costante ricerca e aggiornamento in campo digitale, sulla curiosità nel trovare nuove soluzioni e sperimentare sempre.

Del Creative Director ha la competenza più creativa, una forma mentis con grande capacità di coordinare team e problem solving, in grado di semplificare processi alla creazione di attività creative e innovative. 

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Il mix di queste due figure forma il Creative Strategist : capace di unire la parte creativa con quella strategica.

A differenza di altre figure professionali più verticalizzate, il Creative Strategist non è vincolato a un team fisso, ma può essere integrato in diversi team di lavoro: il suo background eterogeneo può offrire supporto creativo e strategico in molte situazioni.

Che cosa fa un Creative Strategist?

Il ruolo di Creative Strategist comporta avere la capacità di condurre una ricerca in campo digitale, catturare i punti pertinenti e riprodurli in modo creativo e coinvolgente, con una base strategica che possa far funzionare tutto il meccanismo senza intoppi.

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Il Creative Strategist è in grado di delineare diverse attività creative di marketing a seconda degli obiettivi: aumentare la notorietà percepita di un brand (Awareness), ingaggiare le persone perchè compiano un’azione (Engagement), convertire il target da passivo in attivo tramite un’azione concreta, come una vendita (Conversion).

Il C.S. lavora sia con aziende che con agenzie di comunicazione, nel secondo caso spesso è in team o dialoga con il Direttore Creativo, Social Media Manager, Web Analyst e Media Planner.

Come lavora un Creative Strategist?

Il Creative Strategist è in grado di lavorare con diversi team portando la sua conoscenza in campo creativo e strategico. Può contribuire a progetti di comunicazione per formare personalità e posizionamento di marca, nonché ad individuare attività creative e strategiche in campo digitale con diversi obiettivi di marketing.

Molto spesso il Creative Strategist viene confuso con il Digital Strategist, figure sotto alcuni aspetti simili, ma, nella loro natura, diverse.

Bisogno di un esempio concreto? Ecco un “brief” che un Creative Strategist potrebbe seguire da solo:

“Vogliamo un’attività per la nostra azienda che ci permetta di far conoscere il nostro nuovo prodotto e incrementare le vendite nel periodo estivo”.

Da dove iniziamo? Per farla “semplice” ecco 8 punti.

1. Analisi e DNA dell’azienda.
Dobbiamo avere piena conoscenza di chi sono, tono di voce, con quale target comunicano e come sono percepiti realmente.

2. Analisi e Ascolto del Target
Una volta che possediamo una conoscenza adeguata dell’azienda, cerchiamo di capire da chi è composto il target e quali necessità abbia effettivamente.

3. Analisi Competitor e Comparable
Andiamo ad analizzare quali attività hanno svolto i competitor e i comparable, ovvero aziende che lavorano in territori affini al nostro cliente senza essere competitor diretti.

4. Definizione di un Creative Concept
Per creare attività che funzionino è necessario avere a monte un collante, un’idea creativa, un concetto originale e vero, che faccia da guida.

5. Scelta dei Touch Point da attivare
Una volta definito il Creative Concept andiamo a scegliere quali siano i touch-point migliori da attivare in base agli obiettivi e al budget distribuito tra Digitale, Territorio, Punto Vendita, Televisione. La scelta si baserà sulle analisi fatte in precedenza.

6. Scelta dei canali Social Media e New Media
Per amplificare la nostra attività scegliamo con cura quali canali social utilizzare e come integrarli nel piano di comunicazione.

7. Gestione dell’attività
Una volta lanciate le attività bisogna seguirle e saperle coordinare. Questo significa saper coordinare e gestire tutte le attività collaterali conseguenti all’attivazione dei touch-point e dei canali media scelti

8. Analisi e Report
Terminata l’attività bisogna analizzare i risultati ottenuti e produrre una reportistica con dati e obiettivi raggiunti.

Sia chiaro, il C.S. non è costretto a seguire sempre tutti i punti, ma è una figura professionale in grado di farlo. Durante la mia esperienza da freelance infatti ho seguito clienti dalla A alla Z su tutti questi punti.

Come avrete notato dai punti, le attività sono parecchie e anche le singole risorse che dovrebbero seguirle, ed è per questo che un Creative Strategist, questa figura ibrida, è molto ambita da avere nel proprio organico o in team.

Se siete in grado di seguire i punti sopra indicati, siete sulla buona strada nel diventare Creative Strategist.

Come si diventa un Creative Strategist?

Dopo oltre 7 anni d’esperienza in strategie digitali da Freelance ho svolto direttamente diversi ruoli, da Account a Copywriter, da Web Designer a Developer, da Social Media Manager a Digital PR Manager.

Tutti ruoli interpretati durante la gestione di progetti per cui ero l’unico referente e che mi hanno permesso di apprendere diverse nozioni, arricchendo il mio background.

Per un Freelance passare da un ruolo ad un altro è la norma: la nostra condizione ci costringe ad apprendere continuamente per gestire un cliente dalla A alla Z. Non tutti riescono in questo, né vi sono portati in maniera naturale: qualcuno farà più difficoltà all’inizio. Ci dovremo attrezzare.

Un background così variegato permette di conoscere i flussi delle diverse professioni digitali, seguendone alcune direttamente grazie all’esperienza maturata e supportandone altre tatticamente in caso di necessità.

Il vantaggio di un Creative Strategist è quello di sapere quali risorse servono per un progetto e conoscere il loro lavoro – magari non al 100%, sia chiaro, ma il giusto per poter prevedere le risorse di cui avranno bisogno e ottimizzare i flussi del team.

L’esperienza di diverse professioni digitali sicuramente può aiutarci, ma tutto parte da noi, dalla nostra passione, dal talento, dalla curiosità innata e la voglia propositiva di sperimentare, di provarci, sbagliare e rimediare immediatamente per fare sempre meglio.

Da oggi non definitevi tutti Creative Strategist, solo perché pensate di esserlo o suona bene. Riguardate bene gli 8 punti che vi ho indicato, quelli sono solo la punta dell’iceberg, sotto nel profondo c’è l’aggiornamento costante, il problem solving, il sapersi adattare alle tempistiche d’agenzia, la professionalità e molti altri aspetti.


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